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Governo Meloni e concessioni balneari

L'unico gesto in merito compiuto dall'esecutivo di Giorgia Meloni è stato l'esecuzione della mappatura delle spiagge, pensato appositamente come appoggio per la sua tesi di tutela dei proprietari delle concessioni storiche. Da questa mappatura, infatti, risulterebbe che solo il 33% del litorale sia occupato da concessioni, contro il 67% restante di spiagge libere. L'idea è che sia quindi possibile Assicurare la concorrenza conforme alle richieste della Bolkestein mediante l'assegnazione di nuove concessioni su terreni demaniali liberi, al fine di promuovere la creazione di nuove imprese senza interferire con quelle già esistenti. Questo approccio è motivato anche dal fatto che gli articoli 11 e 12 della direttiva prevedono gare solo in caso di "scarsità della risorsa naturale", la quale, stando ai dati della mappatura, sembrerebbe non essere presente. Il lavoro del tavolo interministeriale è ancora incompleto. Non sono stati considerati il demanio lacuale e fluviale, né differenziata la concessibilità delle coste. Inoltre, resta da decidere se la scarsità di risorse debba essere valutata a livello locale o nazionale, su cui una sentenza della Corte di giustizia europea del 20 aprile 2023 lascia discrezione al legislatore nazionale. Al governo Meloni, comunque, sono stati dati due mesi di tempo per rispondere, ovvero fino al 16 gennaio, e se le sue richieste non saranno esaudite, Bruxelles potrà valutare la sanzione da comminare all’Italia.

La comunicazione non verbale della presidente del consiglio Giorgia Meloni alla conferenza stampa di fine anno, organizzata dall'Ordine dei giornalisti, risulta emblematica delle difficoltà del governo sul fronte delle concessioni balneari. Nonostante sembri che la premier si aspettasse di dover rispondere a una domanda sul tema, come indicato dagli appunti su cui prontamente si è chinata, i tentennamenti nel suo intervento sembrano nascondere un certo imbarazzo. Tale imbarazzo potrebbe derivare sia dalle aspettative dei balneari che l'hanno votata in massa e ora si aspettano reciproco sostegno, sia dalle pressioni degli organismi europei che spingono per l'indizione delle gare al più presto, oltre alle preoccupazioni legate all'opinione pubblica, in gran parte contraria alla categoria, anche a causa delle ambiguità dei media.



 
 
 

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