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Gli imprenditori chiedono l'abolizione del décret plages

Il décret plages è in vigore dal 2006 ed è d quell'anno che le proteste degli spiaggisti e in generale degli imprenditori non cessano di animare le riunioni dei comitati.

In un primo momento, al termine della prima convenzione nazionale dei gestori di stabilimenti balneari, svoltasi a Cannes il 30 e 31 maggio 2016, l'Umih ha presentato una mozione comune approvata all'unanimità dai gestori di stabilimenti balneari in Francia. Nella proposta, l'organizzazione ha chiesto che la regola del 20% di occupazione fosse calcolata in modo lineare per comune anziché per singola spiaggia. I gestori di stabilimenti balneari hanno suggerito che le strutture fossero realizzate con installazioni smontabili, ma che il loro smontaggio avvenisse solo al termine della concessione. Sono state previste deroghe per gli stabilimenti situati in aree naturali notevoli o in zone urbane. In conclusione, l'Umih ha espresso il desiderio che la durata delle concessioni assegnate passasse da dodici a diciotto anni. I desideri degli imprenditori, purtroppo, non si sono avverati e in fatti le proteste sono continuate. Il 10 maggio 2017 L'Umih ha organizzato con successo la seconda convenzione nazionale dei gestori di stabilimenti balneari presso Juan-les-Pins nelle Alpi Marittime. La presenza di numerosi rappresentanti eletti della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha offerto l'opportunità ai gestori di stabilimenti balneari provenienti da località come Cannes, Antibes, Nizza, Pampelonne, Marsiglia, Corsica, Hérault e La Baule di ribadire le sfide incontrate nell'applicazione del decreto sulla gestione delle spiagge. "Le rivendicazioni degli operatori balneari sono note da tempo, ecco perché oggi chiediamo una sospensione del decreto sulla spiaggia. Successivamente riprenderemo i negoziati. È necessario elaborare una mappatura di tutte le coste e trovare soluzioni praticabili" dice Roland Héguy, presidente confederale dell'Umih, secondo lui "è urgente trovare un terreno comune per le nostre imprese e i nostri posti di lavoro, evitando di contrapporre economia, ecologia e sociale."



 
 
 

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